Stop all’Imu a giugno, rinuncia dell’aumento dell’Iva, via il Porcellum e le province, basta con il finanziamento pubblico
ai partiti. Il primo limite di tempo? Tra un anno e mezzo, quando ci
sarà il primo tagliando dell’esecutivo di larghe intese. Il presidente
del Consiglio Enrico Letta debutta alla Camera dove
chiede la fiducia che sarà votata in serata (al Senato il voto è
previsto martedì). Il capo del governo sostenuto da Pd, Pdl e Scelta
Civica ha messo in fila i punti principali dell’azione di governo,
fissando promesse molto precise anche nel campo delle riforme
istituzionali, alle quali – ha auspicato – dovranno partecipare anche le
opposizioni. Ma i punti che hanno colpito sono stati in particolare
quelli di politica economica. Soprattutto l’abolizione dell’imposta
sulla prima casa fa cantare – platealmente – vittoria al Pdl e la
circostanza è più che significativa: ”E’ stata musica per le nostre
orecchie – ha detto il segretario del Pdl e ministro dell’Interno Angelino Alfano -
Tanti dei valori per i quali ci siamo battuti non solo sono stati
accolti ma hanno trovato piena cittadinanza”. Più esplicito Renato Brunetta,
capogruppo del Popolo delle Libertà, che sembra mettere la bandierina:
“”E’ un’importante vittoria del Popolo della Libertà e del presidente
Berlusconi, che non a caso avevano messo l’abolizione dell’imposta sulla
prima casa fra i punti irrinunciabili”. Il Pdl – con Berlusconi in
testa – tra ieri e oggi avevano suonato la carica spingendo molto sul
tasto degli 8 punti considerati ossatura del programma del centrodestra.